The adventures of an exchange student

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domenica 20 gennaio 2013

The Myrtles Plantation

Eletta una delle dieci case più infestate d'America, The Myrtles Plantation sembra sia la casa di almeno una decina di fantasmi, tanti quanti gli omicidi avvenuti proprio lì. Solo uno di questi è confermato con certezza. Fu costruita nel lontano 1796 da David Bradford, leader della Whiskey Rebellion il quale decise di trasferirsi lì con moglie e figli per sfuggire da George Washington che voleva giustiziarlo. 
Dato che a me piacciono questo genere di cose, Jim e Stephanie hanno pensato di portarmi, approfittando del lungo week-end (causa Martin Luther King Day). The Myrtles Plantation si trova a St. Francisville, uno di quei paesini che sembrano usciti da un film horror. Siamo partiti alle prestissime 12.15 pm e con la scusa abbiamo fatto un giro per i negozi del posto. Per prima cosa siamo andati all'ufficio informazioni, che in realtà era una specie di mini museo storico con tutti i vari reperti. Dopodiché siamo andati a mangiare al Magnolia Cafe, un posto carinissimo, tutto in vecchio stile. Dopo pranzo/merenda, abbiamo fatto un giro per i negozi. Bene o male sono tutti delle casette singole pieni di articoli vintage. Siamo anche entrati in un negozio di quadri, dove l'artista mi ha chiesto di fargli vedere qualche mio disegno. L'unico che avevo era il famoso quadro per il progetto di arte e quindi gli ho mostrato quello. Mi fa i complimenti e mi chiede di firmargli il libro degli ospiti, così adesso ha un visitatore da un'altra nazione. 
Dopo un po' di shopping, siamo tornati alla macchina e, come in ogni paesino da film horror che si rispetti, i fari della macchina non funzionavano più. Ma è ovvio, non poteva non capitare. Abbiamo incontrato una coppia gentilissima che ci ha dato una mano e guarda caso, la signora aveva origini italiane. Mi ha raccontato un po' del suo viaggio in Italia mentre il marito ricaricava i fari. 
Verso le 18.00 avevamo il tour guidato nella "casa infestata". Ci sono due tipi di giri che puoi fare, L'history tour e il mistery tour e noi ovviamente abbiamo fatto il secondo. La guida è giovanissima, 18 anni, ma ha molta esperienza e sa catturare l'attenzione. Dopo una breve introduzione storica, dice che possiamo iniziare a visitare le varie stanze, ma prima, "benvenuti alla Myrtles Plantation" e spegne tutte le luci. Adesso si che si ragiona. L'intera visita è un racconto di aneddoti e fatti strani accaduti nella casa, il tutto narrato con molta drammaticità. Una delle parti più interessanti è lo specchio "stregato", che tra l'altro è l'unica cosa che puoi fotografare. Si vede ancora del sangue che ormai non è più possibile rimuovere. La leggenda dice che ci siano intrappolate le anime di Sara Woodruff e dei suoi due figli e fotografando lo specchio potresti vedere questi fantasmi. Ovviamente tutte le persone si sono messe a scattare delle foto e anche io. In una delle mie foto, sembra esserci come una figura vestita di nero seduta sulla scalinata (vi lascio la foto a fine post), cosa che si vede solamente in due foto, mentre nelle altre non c'è niente. Sto provando ad analizzarla e a capire meglio che cosa possa essere. Per Stephanie è un fantasma, ma del resto anche il riflesso del flash nelle altre foto per lei lo era. Sono la prima a non crederci, ci deve essere una spiegazione razionale. Voi siete liberi di pensare quello che volete. Ad ogni modo, il tour è continuato per le varie stanze, fino all'ultima, dove la guida ci ha mostrato la famosa foto della Myrtles Plantation dove si vedono tre fantasmi, e a cui nessuno è riuscito a dare una spiegazione. Molto interessante e divertente, anche se speravo proprio succedesse qualcosa di davvero strano. 
Nel tornare a casa, ci siamo fermati da Coffee Call, un posto dove fanno i famosi beignets, ergo una cosa buonissima. In più poi puoi scegliere tra un sacco di tipi di the, caffe e cioccolata calda, e hai il free refill, il che vuol dire che puoi prenderne quante volte vuoi senza pagare extra. Ho preso due cioccolate calde giusto per riscaldarsi un po'.

Rossella




























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