Ho provato tante volte a
sedermi a quella scrivania. Ma proprio tante.
La voglia però, mancava. La voglia di affrontare
il fatto di essere tornata in Italia. Eppure, sentivo di doverlo fare. Sentivo
di dover chiudere questo capitolo della mia vita, uno dei più importanti. E
quindi eccomi qui, a scrivere i titoli di coda di questa fantastica esperienza.
Ho preso quell'aereo.
Così come sono arrivata, me ne sono
andata. Dopo una serata passata a New Orleans, dove ho ricevuto regali e
lettere da parte di tutti, abbiamo caricato le valigie in macchina e ho
lasciato quella che ho potuto chiamare casa sin dal primo giorno in cui ci ho
messo piede, con la consapevolezza però, che ci sarà sempre un letto pronto per
me. Quello che rimaneva era una stanza vuota, con al centro un pacco da 15 kg
da spedire che Dio solo sa se mai arriverà.
Ho rimandato i saluti fino all'ultimo, e poi in
aeroporto li ho salutati tutti, uno per uno, con un abbraccio caloroso. Però
non ho pianto. Ho detto "ci vediamo tra un anno". Ho voluto
salutare tutti con il sorriso sulla faccia. E poi perchè avrei dovuto piangere?
Quest'anno non è niente di quello che mi sarei mai aspettata, ma è tutto ciò
che avrei voluto fosse. Non c'è niente di cui essere tristi.
Ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno
trattata come una figlia sin da subito, aprendo le loro porte e i loro cuori,
per farmi conoscere una cultura tanto diversa ma che ormai mi appartiene. Le
stesse persone che fino a pochi mesi fa erano soltanto nomi su un pezzo di
carta, ora sono la mia seconda famiglia. Ho condiviso tutto con loro. Ed ora ciò
che resta sono ricordi memorabili, esperienze indimenticabili che si aggiungono
ad un bagaglio personale rendendolo un po' più ricco di quanto non lo fosse un
anno fa.
Quest'anno è stato un qualcosa che non
dimenticherò mai. Nessuno potrà mai veramente capire quanto sia stata
importante l'America per me. Quella terra tanto sognata che sicuramente amo e
ho sempre amato di più della mia patria, ora però è una certezza. E la
Louisiana rimarrà sempre la mia casa lontano da casa. E anche questa è una
certezza.
In America ho capito tante cose di me, e adesso
ho le idee più chiare di quanto non lo fossero prima. Viaggiare porta si a
conoscere nuovi posti, ma soprattutto a conoscere se stessi. In America ho
trovato la chiave della felicità. Ho capito l'importanza di uno scambio
culturale, quanto sia bello aprire la mente e gli occhi per conoscere, vivere e
assaporare nuove realtà e tradizioni, che rimarrebbero altrimenti sconosciute
da un semplice turista. E ripensandoci, mi sarebbe piaciuto vivere in un posto
diverso ogni anno, imparando nuove lingue e entrando in contatto con nuovi
popoli. Viaggiare continuamente, porsi sempre davanti a nuovi ostacoli,
superarli per poi prefissarsi nuovi obiettivi e raggiungere anche quelli,
aggiungendo un po' di pepe alla quotidianità. E poi, anche quando la novità
diventerà monotona, cambiare ancora e ancora, vivere la vita senza una casa
stabile, ma poter chiamare casa tanti posti nel mondo.
Tornare alla "normalità" è strano,
l'Italia è la stessa di un anno fa, non mi sembra di essere stata via un anno
ma di essere appena tornata da una vacanza estiva. Ancora mi ricordo gli orari
degli autobus. Il posto sarà anche lo stesso, ma tu, tu ne hai fatta di strada.
Sei cambiata. La tua curiosità ti ha spinto a vedere che cosa c'è al di là
della siepe e questo ti ha aperto un mondo. Di quest'anno rimangono ricordi che
non potranno e non vorranno mai essere dimenticati, e della musica che sarà
sempre la colonna sonora di questa esperienza. Finisce qui quest'avventura, io
e l'America però, ci rivedremo presto. Me ne ricorderò, promesso.
Rossella - born in Italy, raised in America