The adventures of an exchange student

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lunedì 1 luglio 2013

My mom is here!


Tra meno di una settimana parto, i bagagli però non intendo farli prima di sabato. Mercoledì, siamo ritornati all'aeroporto, questa volta però per prendere mia mamma, che è venuta qui in America per dieci giorni. Ha portato un sacco di regali per la famiglia, mezza valigia era solo quello. Visto che mia mamma non sa l'inglese, molto spesso devo tradurre io oppure in mia assenza usano un traduttore vocale che ci azzecca abbastanza. Comunque all'inizio conosceva solo "yes" e "thank you", adesso, dopo quattro giorni, ha imparato anche "nice to meet you". Parlando entrambe le lingue, ogni tanto mi confondo e rispondo in inglese a mia mamma, oppure quando parlo in italiano aggiungo involontariamente alcune parole inglesi. Capita. 
In questi dieci giorni, la famiglia vuole far conoscere il più possibile della Louisiana a mia mamma. Prima tappa quindi, New Orleans. Abbiamo fatto un giro per la città, passando per  i posti più tipici, come il mercato francese dove finalmente ho potuto provare i macarons. A pranzo siamo andati da Margaritaville, un posto ispirato al cantautore Jimmy Buffet. Tutto ricorda lui, i titoli delle canzoni sulle sedie, il nome stesso del ristorante è una sua canzone, e poi ovviamente il merchandise che puoi comprare. Non ero mai stata lì, il posto però è carinissimo, mi ricordava molto i locali della Florida. 
Dopo aver mangiato, abbiamo fatto una passeggiata lungo il Mississipi, mentre a seguire abbiamo preso il tram per incontrare un amico di Jim. Da lì in poi, siamo passati da un pub all'altro, ignorando il fatto che ne io ne Shelby avessimo 21 anni. Mr. Kenny poi, il suo amico, ci ha portato a fare un giro in macchina nella vecchia New Orleans. Essenzialmente ci ha fatto vedere le case da milioni di dollari, tra cui una è quella di Sandra Bullock. Mentre passavamo per i quartieri, abbiamo notato che stavano girando un film, American Heist, con Hayden Christensen, Adrien Brody e Jordana Brewster. Abbiamo provato ad avvicinarci, ma la polizia ci ha fermato dicendoci che potevamo rimanere a guardare ma a distanza di venti metri. A dire la verità, avevo la reflex quindi pensava facessi parte del film, avrei potuto rispondergli di si quando me l'ha chiesto. 
Altra tappa, altro bar, questa volta l'idea era di andare a vedere il concerto di una band locale, i Papa Grows Funk, una volta arrivati lì però, ci siamo resi conto che non avrebbero suonato ma semplicemente fatto autografi. Mr. Kenny mi ha regalato il cd autografato, sulla copertina dice "To Rosy: keep it funky!" e poi c'è la firma. Il cd mi piace, l'ho ascoltato l'altro giorno e non è male. 
Verso una certa ora, ritorniamo a casa, senza essere passati però da Bourbon Street, tappa fondamentale secondo me quando si va a New Orleans.

Rossella












l'architetto mi sa che era ubriaco quando ha progettato queste porte


























 

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