The adventures of an exchange student

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domenica 25 novembre 2012

Fuoco alle polveri

Sabato, la giornata è dedicata alla famiglia. 
Lasciamo casa più o meno verso mezzogiorno e mezzo, diretti dagli zii. Io e Shelby guidiamo per conto nostro per più o meno un'oretta, per poi arrivare in questo posto sperduto in mezzo al nulla. Immaginatevi una di quelle strade non asfaltate, col ghiaino, dove la macchina traballa e l'unica cosa che si sente è il rumore dei sassolini che colpiscono le ruote. La casa è circondata da boschi e da un lago, con i tipici colori autunnali. Sembra il posto perfetto per un sabato in tranquillità. 
Scendiamo dalla macchina, e ad aspettarci ci sono i cugini, con i quali vado già d'accordo. Gli altri parenti sono seduti in cerchio, a parlare del più e del meno. Sul tavolo c'è un sacco di cibo, dolci per lo più, cookies, torte al cioccolato, e il tipico cibo della Louisiana. 
Più in là, lo zio sta preparando un tavolo, una balla di fieno ed un bersaglio. Sì, un bersaglio. Poi tira fuori pistole e fucili. Esatto, avete capito bene, si spara! Le carica con i proiettili, quelli veri, mica con i pallini del softair. Fa un paio di colpi lui, poi vedo che anche i cugini provano. Le ragazze all'inizio hanno paura. Lo zio mi guarda e mi chiede se voglio provare. Certo rispondo. Mi spiega come fare, mi da le cuffie per il rumore, prendo la mira e poi sparo. Il bersaglio era un coniglio disegnato. Non è andata male, L'ho quasi beccato per poco. Poi mi fa provare con armi di calibro più grosso. Dopo di me, anche Shelby e le altre decidono di provare. Mi sono divertita un sacco, mi diverte sparare.
Alla fine aiutiamo lo zio a raccogliere i proiettili e a mettere a posto il tutto. Poi mi guarda e mi dice che sono stata la più brava. Adesso la prossima destinazione è il poligono. E poi il porto d'armi, no mamma scherzo.
Per il resto abbiamo acceso il solito fuoco, che di questi tempi è l'unica cosa che ti fa rimanere all'aperto volentieri e abbiamo arrostito i marshmallow. Ah e poi abbiamo giocato a calcio, che fa tanto Italia. Niente football, solo due bicchiere per terra per la porta come si faceva all'elementari, due squadre, un pallone e via. Tutti che mi volevano in squadra, a quanto pare italiana è uguale a brava a giocare a calcio. Non è esattamente così, però ho anche segnato. E poi tanto a chi importa, è solo per divertirsi un po'. 
Mi sembrava un po' di essere in montagna, con i laghi e i boschi, un pile perchè fa freddo rispetto alla città e la famiglia. 
Alla fine, dopo aver accompagnato gli zii all'aeroporto, siamo tornati a casa con tutti i cugini, che passano la notte qui per oggi. E questo mi sa che era l'ultimo vero giorno di vacanza, da domani si ricomincia a studiare e poi con lunedì la sveglia non sarà più dopo mezzogiorno, si torna a scuola. 

Rossella 





















venerdì 23 novembre 2012

Thanksgiving day e Black Friday

Ai tempi in cui ebbe inizio questa storia, viaggiare dall'Inghilterra all'America non era un'impresa così facile. Non c'erano aerei o belle navi, ma soltanto imbarcazioni di legno piccole e abbastanza scomode. 
Era l'anno 1620, quando un gruppo di padri pellegrini decise di lasciare l'Europa a bordo della Mayflower, poichè perseguitati dalle loro idee religiose. Sbarcarono a Cape Cod, nel Massachusetts e si diedero da fare per sopravvivere al gelido inverno. Il raccolto di quell'anno era particolarmente abbondante, così i pellegrini indissero un giorno per ringraziare ciò che avevano ricevuto. 
Nasce quindi il Giorno del Ringraziamento, e tradizione vuole si festeggi ogni quarto giovedì del mese di novembre. Non è esattamente come il Natale per noi, perchè qui è un qualcosa di ancora più importante, però diciamocelo, è comunque una scusa per mangiare. E allora tacchino per tutti e un mega pranzo di quelli che sei apposto anche per il giorno dopo. 
Questa festa da sostanzialmente l'inizio al periodo natalizio e alla stagione dello shopping sfrenato (vedi Black Friday), tanto che qui si comincia a decorare l'albero di Natale. Ma veniamo alla parte più divertente, il Black Friday. Per chi non lo sapesse, è il primo venerdì dopo il Ringraziamento, in cui tutti i negozi fanno dei super sconti da mezzanotte o dalle quattro del mattino. E quindi si, shopping notturno!
Mio fratello è partito mercoledì sera per riuscire a comprare una tv a 97 dollari, dopo aver rotto quella del suo amico. Ha cenato con me, poi mi ha detto ciao e l'ho visto andarsene con una coperta, una sedia e un sacco di cibo. Il giorno dopo, ce lo siamo ritrovati in tv in diretta, intervistato assieme al suo amico perchè erano i primi della fila. Solo in America. 
Io invece, sono andata a mezzanotte assieme a mia sorella e a Sofia, in cerca della giusta occasione. Non potete immaginare quanta gente c'era, fila nei negozi per pagare e per entrare. Si per entrare, si faceva la fila per entrare nei negozi. Incredibile poi quanto fossero carine e gentili le commesse, che nonostante lavorassero di notte, avevano comunque il sorrido in faccia. Qualcuna mi fa anche i complimenti per come ero vestita e mi chiede dove ho comprato il mio maglione. 
Saldi ce n'erano tanti, non tutti convenienti, a secondo del negozio. La maggior parte delle persone comprava regali di Natale o qualcosa da Victoria's Secret. Devi saper trovare la giusta occasione, voi scherzate, ma qui c'è gente che si prepara le strategie. Noi invece siamo andate un po' a caso, non avendo bisogno di nulla in particolare a dire il vero. Delusa di non aver trovato le scarpe che cercavo, dopo un breve giro alla Sephora e negozi simili, siamo tornate a casa. Non era tardi. Poi dipende dai punti di vista, ma le 5 del mattino è presto, ormai è quasi l'alba, non è più notte.  

Rossella







il video dell'intervista, per una migliore qualità:


lunedì 19 novembre 2012

Thanksgiving break!


Lo so, lo so, vi starete chiedendo: ma tu ogni tanto vai anche a scuola? Diciamo di si, tra una pausa e l'altra vado anche a scuola. No, scherzi a parte, questa settimana di vacanza mi sembra più che meritata dopo tutti i compiti e le verifiche dell'ultimo mese. In più poi, in questo periodo alcune classi devono tenere un bambolotto e fingere che sia un bambino vero. E un po' ci assomiglia. Piange spesso, anche di notte e ogni volta che succede devi cercare di farlo smettere. Quindi ogni tanto in classe si sentiva un bambino piangere, seguito poi dalla risata della classe e del professore. Questo genere di cose le avevo viste solamente nei film, non pensavo fosse vero. Mito non sfatato. 
Dopo un venerdì passato tra amici e a guardare la recita scolastica, sabato, ho provato a studiare e a fare i compiti, che tanto si sa che le vacanze sono una scusa per darne di più, no? I miei tentativi sono risultati invani, i ragazzi hanno fatto irruzione nella mia camera facendomi mettere i libri da parte. Nel frattempo Shelby si stava preparando per il compleanno di Erin e poi siamo andati tutti al cinema. Il cinema è enorme, o meglio le sale sono abbastanza normali, però ce ne sono tante. Fila lunga per entrare e una strana regola che dice che non puoi andare al cinema dopo le 20.00 se non hai 17 anni, non che influisca più di tanto.
Dopo il film, siamo andati a mangiare in un posto abbastanza carino, dove fanno degli hamburger niente male. Diciamo che abbiamo scelto il giorno sbagliato per andare a mangiare fuori. C'era la partita di football, quindi immaginatevi le urla delle persone. Persino la cameriera interrompeva il suo lavoro se c'era un'azione importante, anche mentre prendeva le ordinazioni o serviva il cibo. 
Domenica, una volta alzata, la mamma mi ha preparato una buona colazione a base di uova e toast, preparate in un modo strano però. Praticamente, fai un buco nel pane, lo metti in padella e ci cuoci dentro l'uovo, e vi assicuro che è molto buono. Nel frattempo Jim ha raccolto le arance dall'albero che abbiamo in giardino e quindi adesso ce n'è una borsa enorme in cucina, per la mia felicità. Pomeriggio poi, io e Shelby siamo tornate al centro commerciale per cercare un regalo per Stephanie, che oggi compie gli anni. Le ho regalato una cornice con la foto di me, Shelby e Jared, che ora si trova sul tavolino in soggiorno. Dopo aver fatto un po' di acquisti, siamo tornate alla macchina, non prima di aver girato un po' prima di trovarla, ovviamente. Non è facile. Non ci sono le sezioni come in Italia, solo un enorme parcheggio e la tua memoria. E sei fortunato se non hai il truck, che qui hanno tutti, altrimenti buona fortuna. La sera poi Shelby ha passato la serata con un po' di amici, mentre io in bagno vomitando due volte, alè!

Rossella








domenica 11 novembre 2012

Driving lesson

12.10 minuto più, minuto meno. 
Sveglia da poco. La mattina non esiste più, non in questo weekend. Vai a dormire tardi e poi ti alzi che ormai è pomeriggio. 
Shelby entra in camera mia, ti insegno a guidare dice. Non è la prima persona che mi dice che posso prendere la sua macchina, non so da dove deriva tutta questa fiducia in me. Ad ogni modo, mi ritrovo domenica pomeriggio ad esercitarmi in un parcheggio al posto del guidatore, questa volta. Mi insegna le regole principali:

1. regola numero uno: inserire le chiavi
2. regola numero due: mettere la cintura di sicurezza
3. regola numero tre: inserire il tuo cd preferito. E Red Hot Chili Peppers sia.

Poi mi spiega come far partire la macchina. Il pedale grande è il freno, quello piccolo è l'acceleratore, dov'è il terzo? Non esiste. Il cambio ha le quattro sigle, P, R, N, D, più 1 e 2, ma neanche lei sa esattamente cosa significano. Ho guidato bene, e, cosa più importante, non ho ammazzato nessuno. Non ho nemmeno colpito i lampioni o altre macchine, o persone. Ho curvato, sono andata in retro e ho anche parcheggiato, nelle linee. Il parcheggio in retromarcia non è esattamente andato a buon fine, ma c'ero vicina. 
Il resto del weekend più meno lo potete immaginare, amici, shopping, e cose varie. Siamo tornate al centro commerciale e è già decorato per Natale con le luci e cose varie. Ah poi  stasera ho cucinato la pizza, si ancora, ma stavolta è venuta molto buona. 
Post breve quello di oggi, saranno felici i lettori pigri. Vi lascio le solite foto.

Rossella 




 Shelby, la mia insegnante








domenica 4 novembre 2012

LSU Tailgating

È venerdì. Finalmente aggiungo. 
C'è il sole, è una bella giornata. Di quelle da t-shirt e shorts intendo. 
Esco da scuola e mi dirigo verso la macchina, fermandomi a parlare con Kyle, che ormai è un'abitudine. Aspetto Shelby mentre lui aspetta sua sorella. Ci raggiungono anche Erin, Rachel e Rob. Dopo più o meno venti minuti, i professori ci ripetono la stessa cosa di ogni giorno, dobbiamo andarcene e liberare il parcheggio. Tutti a casa nostra, che ultimamente capita spesso di avere gente a casa dopo scuola. Mi hanno fatto fare il mio primo giro nel truck, nel cassone dietro intendo. Erano sconvolti quando ho detto che era la prima volta. "Salta su" dice Kyle. Non so se sia legale o meno, ma è fighissimo. In curva poi o andando a slalom. 
La sera poi, c'era l'ultima partita di football della stagione, alla quale non siamo andate. Si ce la siamo perse, volontariamente. Al suo posto ho fatto un tattoo a Shelby, che come me ne vuole uno. Mamme preparatevi. Abbiamo anche acceso un fuoco e cotto i marshmallow, con la Nutella e i crackers.
Sabato, c'era la partita dell' LSU Tigers, il College Football. Sono stata al mio primo Tailgating. Il Tailgating, è ciò che precede la partita. È una festa per tutta la zona dell'LSU, che è un paese praticamente. Sostanzialmente "se beve e se magna", come si dice dalle mie parti. Qui è una cosa serissima. Lungo la strada ci sono i capannoni, quelli dei ragazzi del College o quelli delle famiglie. Spendono un sacco di soldi per questo. In genere si mettono d'accordo in tanti e portano decine di frigoriferi per le bibite, cibo, musica, casse, tv e altro ancora. Ah e Beer Pong, tipo per strada. Anche i locali hanno i colori della squadra, viole e giallo. Le persone sono tutte vestite di quei colori e sono pazze. Non avevo niente di quei colori e quindi mi sono vestita normalissima, ma va bene, l'importante è non indossare il rosso, che se no ti sparano (il rosso è il colore dell'Alabama, la squadra rivale, ndr).
È fantastico. Concerti in giro per la strada, cinquantenni ubriachi che ballano Gangnam Style e gente  esaltata che ti dal cinque a caso. 
Dopo aver fatto un giro, raggiungiamo Celia e altri della scuola, dove ci aspetta un capannone con bibite, cibo e cookies, per la mia felicità. 
La sera poi, tutta la famiglia è a casa di Julia, per vedere la partita. Lo dico subito, abbiamo perso, ma è stata una bella partita. Sto finalmente capendo il football, ho pure esultato per i touchdown e ci sono rimasta male quando l'Alabama ha vinto all'ultimo. Era un casino assurdo di gente che urlava, l'ho detto che qui è una cosa seria, è un po' come il calcio da noi. Mi hanno anche regalato il cappello dell'LSU, così so cosa mettere la prossima volta. 
Domenica siamo andate a messa, per la seconda volta in una settimana, dato che giovedì ne abbiamo avuta una a scuola. Ma che brave che siamo. Ad ogni modo il pomeriggio (e la mattina) ho studiato, perdendomi un pizza party e dello shopping al centro commerciale. L'unica contenta sarà la mia carta di credito. Quando Shelby è tornata, mi ha fatto vedere i suoi acquisti, tra cui una maglia di Kurt Cobain. Dobbiamo assolutamente tornare in settimana alla Louisiana mall. Intanto mi aspetta una settimana piena di test, che devono andare bene questa volta, e poi le tanto attese elezioni. Chi vincerà?

Rossella

Un giretto nel truck

                       Tattoo



Tailgating





L'acquisto di Shelby