The adventures of an exchange student

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venerdì 8 marzo 2013

Settimane di Blackout

Gli americani sono sempre in vacanza, per un motivo o per l'altro. Questa volta c'è stato il ritiro dei professori che ci ha permesso di restare a casa il lunedì. Il che vuol dire week-end di tre giorni, ma soprattutto settimana di quattro. Rossella ringrazia.
Venerdì c'è stato il Big Game, St. Michael è in semifinale, o meglio lo era dopo la sconfitta contro Vandebilt Catholic. Qui come sempre è una cosa importante, la scuola è tappezzata di volantini. Sono tutti a vedere la partita e ovviamente anche Shelby visto che è la manager della squadra. Kyle mi porta a casa. È di corsa, e se ne va ancora prima che arrivi alla porta. Faccio per entrare, ma è chiuso a chiave. Ma va, direte voi. Eh no, è da poco che hanno iniziato a chiudere la porta di casa e io ovviamente non ho le chiavi. La sfiga vuole che non abbia neanche il cellulare, dato che l'avevo lasciato nella macchina di Shelby come ogni mattina, ma al pomeriggio l'aveva spostata in un altro parcheggio. Provo ad entrare dal garage con la combinazione, che ovviamente non ricordo. Provo ad entrare dal retro quindi, che tanto in America c'è sempre una porta sul retro. Scopro un cancelletto che non avevo mai visto prima e riesco a entrare nel backyard. Prego che almeno questa porta sia aperta, ma niente da fare. Mi improvviso scassinatrice professionista con un filo di ferro, in mancanza di forcine. Ci vuole tempo per imparare una professione però. Tra l'altro il giorno seguente, Connor mi ha mostrato come aprire una porta con la carta di credito, ma ormai era troppo tardi. Sono tutti alla partita. Non ho idea di quando Jared torna, e soprattutto se torna. Consapevole che resterò fuori casa per almeno sei ore, mi metto a dormire sul divano in giardino. C'è il sole, è caldo e si sta bene fuori. Non è male, ho anche del cibo avanzato dal pranzo in caso avessi fame. 
Dopo due ore, i cani iniziano ad abbaiare e mi svegliano. Jared è a casa per fortuna e io posso andare in bagno. Non c'è modo migliore per iniziare il week-end. 
Questo fine settimana abbiamo avuto la casa libera perchè i genitori hanno avuto uno di quei ritrovi tra vecchi amici. L'unica regola è stata quella di usare i piatti di carta o di lavare i piatti sporchi. E noi ovviamente abbiamo usato i piatti di carta, figurati se ci mettiamo a lavare. Anche se devo dire che ho pulito due forchette e un coltello. 
Siamo andate a fare un po' di shopping perchè ci serviva un vestito per un matrimonio del prossimo sabato. Quando mi serve qualcosa vado diretta ad Altar'd state, sempre. Lì trovo qualcosa di sicuro, la maggior parte delle volte mi ritrovo a dover scegliere tra più vestiti, cosa che non capita quasi mai. Il problema invece è stato trovare le scarpe. Ma questa volta non è stata colpa mia. Mi serviva un semplicissimo paio color carne e non è che non ce ne fossero, anzi. Ne avrò provate una quarantina, ma erano tutte piccole, grandi o troppe costose. Alla fine però un negozio si è disposto a spedirmele direttamente a casa e quindi adesso stanno arrivando dal Texas. Speriamo in bene.
Il resto del week-end l'ho speso a costruire un monastero per religione. È una cosa enorme, soprattutto da portare in giro per otto ore a scuola. Tutti mi hanno fermato per i corridoi a chiedermi cosa fosse. 

"-Hey Rossella, what is that? 
-It's my religion project.
-Sweet!"

Professori che esclamavano un "wow" ogni tanto, studenti che sussurravano "che figata" all'amico e tutti che mi tenevano la porta e si precipitavano se si stava per chiudere. I miei compagni di classe mi hanno detto che non dovrei avere classi con loro perchè faccio sembrare i loro lavori miseri. E poi ci sono quelli che si improvvisano esperti in Storia dell'arte e dicono agli amici "per forza che è brava in arte, è italiana. Pronto? Michelangelo e Raffaello non vi dicono niente? Al che non posso trattenermi dal (de)ridere. 

Rossella





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