The adventures of an exchange student

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domenica 10 febbraio 2013

Senior Night

L'ho già detto più volte che qui lo sport è una cosa importante. Poco tempo fa c'è stato anche il Superbowl, e nonostante il Superbowl party che abbiamo avuto qui a casa non ne ho parlato in un post, in fondo rimane sempre football, e io rimango sempre italiana.
In tema di sport però, la scuola organizza la Senior Night, una specie di riconoscimento per i Senior che si sono impegnati in una determinata disciplina e che adesso sono pronti a lasciare la squadra per frequentare il college. È una cosa importante. Venerdì c'è stata quella di basketball e dato che Shelby è la manager della squadra, siamo andati tutti a vedere la partita. St. Michael gioca in casa quindi ci sono un sacco di ragazzi della scuola. Le partite di basketball, come quelle di football, sono più un evento sociale in realtà. Si parla, si mangia e poi si guarda la partita. 
Appena arrivata in palestra, noto che ai lati ci sono dei cartelloni con le foto dei Seniors in scala quasi reale. I genitori hanno poi stampato delle foto delle proprio figlie e hanno costruito delle palette, che adesso sono un po' sparse per la casa. Prima dell'inizio della partita, c'è la presentazione di ogni Senior. Vengono chiamati, gli consegnano dei fiori e un pallone e poi vengono raggiunti al centro del campo dai genitori, dove ci sono due fotografi pronti a scattare qualche foto. Poi si inizia a giocare. La partita delle ragazze non è stata molto entusiasmante, gli avversari erano scarsi quindi abbiamo vinto facilmente. La partita dei ragazzi invece è stata intensa. Stavano per perdere, erano sotto di venti punti, poi però con il tifo delle tribune, delle cheerleader e del Dance Team, hanno recuperato. Erano pari, e agli ultimi 5 secondi, la squadra avversaria ha fatto canestro. Erano delusi e arrabbiati, si sono gettati per terra. Era la Senior Night, devi vincere. 
Dopo le partite, c'è stato il discorso dell'allenatrice e poi ogni giocatore ha detto qualcosa. C'era chi piangeva o stava per piangere. Ad ognuno poi, hanno consegnato dei piccoli regali, ci sono state le solite foto e finalmente abbiamo mangiato. La sera poi siamo andate a dormire a casa di Celia.

Rossella









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